Giuro, questa cosa di UD mi fa venire una paura matta.
E’ come se ad un tratto mi fossi resa conto di aver dato via libera ad un mostro, una me mostruosa che se ne andrà in giro a scatenare i commenti di tutti, dando modo a chiunque di poter parlare delle mie finte verità.
Perché, e questo sarà il colpo più duro da sopportare ed attutire, come sempre accade quel po’ di autobiografico che si mette in qualsiasi cosa si fa, finisce per essere quello che attira di più l’attenzione e che confonde le idee.
Qualsiasi finzione letteraria viene demolita di colpo per diventare verità assoluta.
Tutto quello che ho detto – e troppo ho detto – verrà inteso come vero e non come artificio ben costruito per la storia. Questo, sì, mi spaventa. Mi spaventa l’essermi messa nuovamente, ed incoscientemente, in gioco. Nel peggiore dei modi.
Sogno ancora. Poi il passato torna quando non te lo aspetti, ti giunge nei sogni e ti domanda le tue paure. Ma vuoi davvero una confezione di vita già pronta? Il passato in una canzone triste che ritorna e sbatte sui muri con la sua eco. Canta, canta.
Allora nel sogno del mattino ritrovo un calore dimenticato ed una promessa falsa che so essere stata tale: “vieni da me”. Ma lo diceva a chiunque. Così il sogno. Così le note sul muro della mia stanza vuota di me, di chiunque. Mi vengono le lacrime nel presupporre futuri.
E tornano cazoni nuove, di vivi e vite, senza fiumi e murazzi, senza fontane e pantheon. La vita, infine, si concentra in pochi passi. In poche decisioni prese quando non eravamo pronti a farlo. Io non ho neanche deciso. Ho solo riconosciuto tutte le bugie che nel corso degli anni gli altri mi hanno detto. Mi sono salvata. Adesso, per ora, ascolto le urla dei bambini. In fondo, sono un dolce rumore.
Per i nostalgici, il vecchio blog con l’onorata carriera dal 20 dicembre 2000, lo trovate qui. Se qualche pagina non si dovesse aprire, aggiungere /old/ dopo www.pproserpina.net e prima di tutto quello che c’è dopo…
Visto che per una serie di motivi non ho il tempo né la possibilità di chiuderti, mio caro blog, proprio qualche giorno prima che tu compia ben 8 anni di vita, io ti uso.
Ti ricordi quando eravamo buoni amici? Adesso è cambiato anche il nostro rapporto, lo so, ma è così che va la vita.
Tutto si evolve, e chi diceva che il passato è meno importante di quel che si pensa aveva ragione: inutile tenerlo stretto, imbalsamato in un ricordo falso e bugiardo, meglio lasciarlo scolorire pian piano, che sia solo quel poco che rimane, quelle briciole sfocate, a dare la possibilità alla molla del ricordo di scattare e colpirci. Se proprio è il caso.
Anche con te, bloggo mio, è così. Mi manchi poco, raramente ormai, eppure come stanotte, mentre lavoro , ti vengo a cercare, anche solo per ricordarmi com’è quando si scrive, tranquillamente, serenamente, con una musica nelle cuffie, la notte intorno e qualche lieve malinconia, la paura dell’incognito e la testa piena di pensieri.
Solo che è più difficile avere queste condizioni adesso. Guanito da tempo non è più da solo, mentre io mi svuoto sempre di più, scavata dall’interno come in certi film dell’horrore.
La mia vita è così affollata di gente che ormai i mostri che mi vivono (vivevano?) dentro non mi parlano più, soffocati dalle voce degli altri, ed io mi sento profondamente sola senza di loro. Non restano nemmeno più le parole. Ma ti ricordi “la via di quell’errore“? (…forse il giorno in cui t’ho aperto, blog, tanta fatica mi sarei risparmiata).
Quanto mi piace questo nuovo cd di Vinicio Capossela. Che d’altronde, con le sue canzoni mi ha accompagnato in tutti gli errori della mia vita, non può certo lasciarmi adesso. Prima o poi, in fondo, mi sposerò ad un’azione, ad un’ideale, una decisione o perfino ad un uomo, cantando qualcosa tipo Medusa chachacha.
Ho pianto a Firenze davanti alla Medusa. Soffro di questi strani attacchi, piango davanti alle cose più inspiegabili. Ho smesso però di piangere per dolore. Dove hai tenuto nascosto fin’ora chi sei?
Ogni volta rido sommessamente (e tento di svegliare i mostri) e penso che Vinicio potrebbe aver sbirciato parte della mia vita per scrivere l’ultimo cd.
Poi, insomma, ci ripenso e dico che se non è così allora è un dramma perché siamo circondati da aviatori che fanno i preti. L’amico di Guanito si è addormentato sul divano.
Io dovrei finire il nostro albero di Natale… bianco (l’Ikea è innovativa) con le palle blu, ma devo anche lavorare e dormire non sarebbe una cattiva idea.
Sai blog la frase che mi piace di più? “Su di noi il tempo ha già giocato ha già scherzato“, io ad esempio mi sento presa in giro costantemente, come un criceto nella ruota. Ora è tempo di andare.
Svegliare l’amico di Guanito, spegnere le luci e andarmene con i miei calzini spaiati ai piedi (io non li butto mai, sarebbe come gettare via me stessa) a riconoscere un po’ di verità nei sogni più noir che io sia mai riuscita a fare in questi ultimi 27 anni e mezzo (vecchiaia inesorabile). Ciao ciao.
Per i nostalgici, il vecchio blog con l’onorata carriera dal 20 dicembre 2000, lo trovate qui. Se qualche pagina non si dovesse aprire, aggiungere /old/ dopo www.pproserpina.net e prima di tutto quello che c’è dopo…
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